venerdì 1 aprile 2011

In breve

Ho comprato i biglietti per gli EN a Roma, il primo giugno prossimo. Ero felice, leggero. Poi ho comprato un abbonamento mensile per i mezzi pubblici, come ogni mese, solo che questa volta l'ho inspiegabilmente perso nei due metri che intercorrono fra il banco del tabaccaio e l'uscita dello stesso. Ho cercato, ma nulla. La tipa alla cassa era matta come un cavallo. Non vi sto a dire le tonnellate di bestemmie con cui ho squarciato il velo del tempio.
________________________________________________
Stampa il post

giovedì 31 marzo 2011

Riceviamo e volentieri eccetera

"Spett.le Editore,

con la presente desidero sottoporre alla vostra attenzione un libro che ho scritto, dal titolo Il neofederalismo: unica via possibile all’indipendenza del Popolo Veneto.

Obiettivo di questo saggio è quello di ripercorrere le varie teorie federaliste e di individuare quale forma di Stato possa assicurare un’ampia autonomia e sovranità ai Veneti rifacendosi alla grandiosità della Veneta Serenissima Repubblica.

Allego alla presente copia dell'intero volume succitato affinché possiate valutare se l’argomento trattato possa essere di vostro interesse per una futura pubblicazione.

In attesa di un vostro cortese riscontro porgo distinti saluti.

(Nome e Cognome)"

______________________________________

Questa mail, con tanto di allegato in word, è arrivata all'attenzione del Sirente, piccola casa editrice amica che si muove fra una sede legale in Abruzzo e una sede operativa a Roma. Un orgoglioso veneto neofederalista, che dedica il manoscritto allegato alla mail di cui sopra "ai veri Veneti, agli otto Serenissimi, a Gianfranco Miglio", propone a una casa editrice stanziata al Centro Sud (e per un tre quarti a Roma ladrona) un libro sull'indipendenza del popolo veneto.

Tutto qui. Volevo mettervene a conoscenza. Adesso spero che non si prendano la briga di rispondergli: vorrei farlo io.
______________________________________
Stampa il post

lunedì 20 dicembre 2010

Regalo di Natale (un mixtape è per sempre)

Non è solo tempo di classifiche di ogni tipo, playlist, singoli di Natale. È anche tempo di regali veri e propri, e ne ho uno anch’io. Il fatto è che l’altra sera abbiamo festeggiato il compleanno di un’amica, e siccome mi sembrava davvero fuori discussione regalarle un libro (lei lavora nell’editoria e davvero non mi andava l’idea) o fare una compilation classica con i pezzi staccati eccetera eccetera (e se queste erano le uniche alternative, lo capirete da voi che non ho molta fantasia nel fare i regali), mi sono ricordato di una cosa importante in mio possesso, e cioè il mitico controller Behringer BCD2000, e dopo aver messo sottosopra la mia umile cameretta già disseminata di cavi, monitor, casse sproporzionate, mixer, tastiere, batuffoli di polvere, cespugli rotolanti, strade sterrate, deserti dell’Arizona, ho attrezzato il tutto per fare un mixtape, un’unica sequenza mixata (spesso in modo becero, ma io non sono poi un dj, anche se mi avventuro senza timor di dio in loop, effetti e sovrapposizioni fuori sync che molte volte fanno davvero schifo) con molte canzoni uscite in questo 2010 che si avvia alla fine.

Questo è stato il regalo che ho fatto all’amica di cui sopra, che a quest’ora sono sicuro avrà ascoltato il tutto, e i patti impliciti erano che una volta che lei avesse ascoltato io avrei potuto mettere questo mix in download per regalarlo al mondo intero.

Bene: è così. Potete scaricarlo direttamente da qui (cartella .rar, 175 MB, magari ci mette un po’), e ascoltarvelo dove vi pare.

Questa è la tracklist:

UNDER URANIA, Intro
ANTONY AND THE JOHNSONS, Swanlights
EINSTUERZENDE NEUBAUTEN, Goodmorning Everybody
AMON TOBIN, Dualistic
UOCHI TOKI, Mi basta udire voci lontane per sentirmi a casa ovunque,

*medley 1*
MAHJONGG, Grooverider Free
GOLD PANDA, Before We Talked
ROBYN, Dancehall Queen

!!!, Jamie, My Intentions Are Bass

*medley 2*
SUFJAN STEVENS, Too Much
DIRTY PROJECTORS, No Intention

DUM DUM GIRLS, Play With Fire
DEERHUNTER, Desire Lines
JAILL, The Stroller
MARNIE STERN, Building A Body
PIXIES, Monkey Gone To Heaven (Doolittle 20th anniversary live)
MOVIE STAR JUNKIES, Loneliness Like Clouds Above
GRINDERMAN, Worm Tamer
PONTIAK, Young
LIARS, Scissors
MASSIMO VOLUME, Litio
DISTANTI, Abitacoli
DEERHUNTER, Earthquake
UNDER URANIA, Outro

(A pensarci bene, ci sono delle assenze pesanti, e sono The Hair Song dei Black Mountain – la canzone più GIUSTA dell’anno – Not In Love dei Crystal Castles con Robert Smith alla voce, The Overachievers dei Liars rifatta da Devendra Banhart con i Grogs, Once Again di Blixa Bargeld e Alva Noto. E i Buzz Aldrin, cazzo – i Buzz Aldrin, e IOSONOUNCANE, e manzOni, ed è meglio se mi fermo qui, perché le assenze iniziano ad essere un po’ troppe e mi vengono in mente solo a mix fatto, dannazione.)

Ah: buone feste eccetera eccetera. E che il 2011 sia un anno di gioie, realizzazioni, e tutto quello che volete.

DISCLAIMER: Va da sè che ogni pezzo è protetto dal diritto d'autore, e che questa cosa è possibile grazie alla magnanimità dei singoli artisti/produttori/label/distro eccetera. Qualora la cosa dovesse risultare fastidiosa a chi di competenza, resto a disposizione eccetera eccetera. La mia mail è calearo_m@camera.it.
___________________________________________________
Stampa il post

mercoledì 15 dicembre 2010

Scusa, Antony

La domanda è cosa diavolo sto facendo e dal momento che una risposta decente non esiste la domanda non si pone. Nel breve termine, brevissimo, immediato, contingente, già finito, sto dando un ascolto all’ultimo dei Pontiak, uscito da chissà quanto, scaricato solo oggi. Scaricato. E non venite a farmi la morale perché non me ne frega un cazzo, e lo dico davvero senza sbruffoneria. Ho scaricato Living dei Pontiak, ho scaricato tanti di quei dischi da meritarmi l’inferno, ma ripeto che non me ne frega niente, anzi: me ne frega nella misura in cui una possibile condanna ed esecrazione per il mio scaricare ovvero scambiare illegalmente file mi mette di fronte a un potere d’acquisto così scarso – il mio esiguo e labilissimo potere d’acquisto – che se non fosse per lo scambiarsi file in maniera illegale con perfetti sconosciuti dall’altra parte di mediafire o di chissà quale altro abominio della pirateria mascherata [qui c’è un’interruzione perché non so se ho terminato la frase né se, avendola terminata, l’ho terminata correttamente – sotto un punto di vista logico, grammaticale, sintattico, quindi ciccia] col cazzo che potrei soddisfare questa voglia. Adesso metto The Coward di Vic Chesnutt. Caro vecchio Vic. Mi vengono i brividi. E poi Flirted With You All My Life, che sembra un pezzo di Bob Marley, e la cosa mi fa quasi piangere, per quanto i miei rapporti con l’universo Marley si limitino a Songs Of Freedom e a una pioggia di cannoni fumati in tempi più sereni.

I Pontiak sono stati fra i cinque concerti di quest’anno 2010 e questa affermazione non avrà nessun seguito, perché devo ancora vedermi i Mahjongg il 22 al Circolo, e perché nel frattempo è partita Not In Love dei Crystal Castles featuring Robert Smith alla voce, e se finora non l’avete ascoltata vorrà dire che passerete un brutto Natale. (Il mio Natale lo passerò probabilmente vicino al fuoco a finire di leggere Il tamburo di latta e a fare a meno di facebook, twitter, google reader, blogger. Probabilmente farò un capodanno sottotono, ma si vedrà.)


Crystal Castles - Not In Love (feat. Robert Smith) by AudioThursdays

Mi sono arrivati un po’ di CD da Vitaminic dei quali alcuni già recensiti e altri che devo ancora ascoltare. Ho ascoltato l’ultimo Marnie Stern e mi è sembrato una bomba, e così gli Annuals che nemmeno conoscevo, se non fosse che in realtà non ho motivo per mettere nel lettore un CD come quello degli Annuals per il semplice fatto che gli Annuals sono persone che fanno un’ottima musica ma senza quell’attitudine al male e alla sofferenza e alla tensione rumorosa che tanto mi piace nella musica. Ognuno ha il suo. Degli Annuals ho già scritto e non starò qui a complicarmi la serata cercando di ampliare il discorso.

Questa cosa che scrivo mentre ascolto un misto di Vic Chesnutt, Pontiak, Crystal Castles, Sufjan Stevens – questa cosa la metterò sul blog visto che è da tempo che non ci metto niente, ma è chiaro che la cosa non ha importanza. Anche Romanzo Infinito sembra in stallo, ma capisco Karim (aka Fabio, aka Denis) che in questo periodo ha l’esistenza un po’ complicata. D’altronde Romanzo Infinito (una selezione delle sequenze già apparse quassù) sarebbe dovuto partire da settembre come un reading espanso per la voce di Karim (aka Fabio, aka Denis) con le nostre incursioni sonore, ma per vari motivi non se ne è poi fatto ancora nulla, quindi questa cosa va a finire di diritto fra i Buoni Propositi per il 2011. Comunque nel frattempo la scialuppa di salvataggio ce l’ha data il Sirente, che ci ha rimediato due serate a Roma in cui sviluppare questa performance audio-video per la presentazione dell’edizione italiana di Metro, graphic novel egiziana censurata in Egitto e tradotta in Italia per la collana Altriarabi. Insomma, ponendo che si prova in studio da un anno, abbiamo fatto tre live (ma al momento sono ancora due, la terza esibizione sarà il 16) di cui uno in Salento – del tutto disastroso, ma tanto nessuno stava ad ascoltarci. Come sono a finito a parlare di Obsolescenza Programmata non lo so, ma non vedo l’ora di ideare il reading di Romanzo Infinito e la possibile Sinfonia Per Soli Feedback.

Oggi a lavoro ho avuto una giornata accelerata e terribile. Sono uscito per prendere qualcosa da mangiare, dopo aver saltato il pranzo, verso le quattro e mezza del pomeriggio, mentre a Piazza del Popolo succedeva il disastro. Mi sono buttato su Largo Argentina e c’era questa calma totale, impossibile, con un odore di bruciaticcio che arrivava forse da qualche blindato messo a fuoco dalle parti di Montecitorio. Poi gli storni: un’infinità, che volteggiavano inseguendosi l’un l’altro senza perdere il senso della geometria aerea, disegnando spirali e fumetti nel cielo nitido e turchese poco prima della sera che sarebbe arrivata a minuti. Beh: in genere gli storni, da Largo Argentina, li vedi che volano lontani. Invece oggi li ho visti davvero sopra la zona dei templi, e cagavano liberamente su tutto, soprattutto sulle persone. Quindi solo adesso posso dirlo: sono un uomo fortunato, ho attraversato a viso scoperto una tempesta di guano di storni senza venire sfiorato neppure da una granata, anche se sentivo chiaramente di fianco a me i pat pat con cui questi proiettili si spiaccicavano al suolo. Ho pensato un sacco di cose, ma in realtà è tutto riassumibile così: il Tempo se ne frega – della mia giornata di lavoro, dei pranzi saltati, della pizzeria Florida, del Milan, del voto di fiducia, dei Book Bloc, dei Black Bloc, delle riforme, della Storia. Io sono una contingenza, valgo nel Tempo quanto la scoreggia di un microbo che muore scoreggiando, e lo stesso dicasi di voi. Gli storni ci cagano in testa e noi non possiamo farci nulla, a parte cercare di divertirci e di stare bene e di voler bene a qualcuno e di farci voler bene e di non ascoltare i negramaro, per dire (si scrivono con l’iniziale minuscola, adesso, sappiatelo). È il Gioco del Tempo.

Devo farmi la barba. Mi sa che faccio davvero schifo. Voglio scrivere tanto e non voglio scrivere più nulla. Ho fatto bene a non mettere The Age Of Adz fra i dischi dell’anno. Molto male, invece, non aver indicato Swanlights. Scusa, Antony.


_____________________________________________
Stampa il post

mercoledì 20 ottobre 2010

Romanzo infinito / ottava sequenza

di Karim Chaloub


Orbe di Dentro

In fondo al pozzo


Perché gli uomini vanno alla loro dimora
eterna e i dolenti si aggirano per le vie
.

Ecclesiaste 12,5

Un paio di occhi grigi mi fissano dal sedile di fronte.

Mia piccola Lara, è veramente giunto il tempo di sguainare quel cuore tumefatto. Ancora un ultimo respiro, prima di lasciarlo esplodere nel petto e riempire di sangue le cavità riarse del tuo corpo. Solo allora morirà la sete di quel latte che non è mai stillato dal seno di tua madre. Colpa di quella sete se sei qui adesso. In questo vagone lercio che corre senza occhi nella notte. Su questo stesso treno della sopraelevata per la Seventh Avenue, un mese fa trovarono il bambino del rosario sotto un sedile. Un neonato di pochi mesi, livido come il piombo ma vivo. Avvolto in una coperta legata con una chotkij bianca. Una di quelle corde di cotone rigido che i cristiani ortodossi intrecciano a mano per la preghiera. Il rosario degli impiccati per fasciare quel piccolo corpo esposto al dio dei pozzi.

Siamo in pochi sulla metro che questa notte va a casa mia. In fondo al vagone, una vecchia con un grande gozzo rosa continua a litaniare parole in una lingua crepitante. È la regina degli stracci. Issata sul suo iperbolico trono di fagotti e buste gonfie di altre buste.

E poi ci sono loro due seduti di fronte. L’aria trucemente spenta. Alti e massicci. I sedili non riescono a contenere i loro corpi giganteschi. Intabarrati dentro gli impermeabili lucidi di pioggia, sembrano piovre spiaggiate. Il primo mi inchioda con i suoi occhi di fango. Senza curiosità. Con l’interesse e la concentrazione del chirurgo che si prepara a tagliare. Pure quello sguardo vivisettorio ha qualche cosa di inguaribilmente triste. Una perdita definitiva, forse. L’altro tiene la testa bassa sul petto, con i capelli lunghi sul viso. La scuote ritmicamente seguendo il rollio del vagone. Non riesco a vedergli la faccia. Poi, di colpo la solleva e mi sorride, aprendo una chiostra di denti bianchissimi. Tutti uguali. In mezzo alla fronte come un’orma bianca.

È molto tardi questa volta. Non avresti dovuto fare così tardi, piccola Lara. Non avresti dovuto accettare l’invito al party di Derek e Vivienne. Splendida serata, certo, e tutto il gotha dell’accademia. Ma lo sai che ore sono adesso? A quest’ora il tuo feticcio di legno è nel suo fodero di pelle nera. Al sicuro a casa tua. Tu, invece.

Prima di ogni lezione, il violino deve luccicare da cima a fondo. Deve risplendere del suono di cristallo che produrrà. E tu devi sorbirti tutte le interminabili lectures su Ševčík. E devi provare dieci volte al giorno il colpo d’arco di Paganini. Fino allo slogamento del polso. Credere, obbedire e combattere per raggiungere un giorno the unbelievable noisy, come lo chiama lui. Non ti bastava aver vinto una borsa di studio del Conservatorio di Venezia per la New York Musical Academy. Non ti bastava aver fatto il grande salto nella Big Apple a soli ventitré anni. No, scricciolo mio, avevi urgente bisogno di lucidare il tuo sogno americano con la benedizione di Mr. Derek Lewis. The greatest living string pedagogue, come recita lo slogan del suo sito web. Solo che ti costa un occhio della testa. O meglio, costa a mamma e papà un occhio della loro testa. Solo che per andare e tornare dal grande maestro devi attraversare mezza New York in metro. Magari alle due e mezzo del mattino come adesso. To get back into the hell asshole where you live. Già, perché la dolce Lara abita in una specie di scantinato lastricato d’oro. Un gold cellar al centro di Manhattan. Niente a che vedere con il grande e soleggiato appartamento all’ultimo piano di un condominio di Astoria Boulevard che il paparino le aveva trovato a metà prezzo. No, miss Lara Fornaro, la grande violinista, deve irradiare la sua augusta presenza perlomeno in un neighbourhood stile sex and the city. Come minimo nell’Upper East Side.

Posso vedere accendersi l’impronta in mezzo alla fronte dell’uomo che ride. Come una macchia di latte che tremando si dilata e allaga di luce opaca il mio campo visivo. Fino a coagularsi nelle onde di colore di una scena che lentamente si mette a fuoco davanti a me.

Lattine vuote e ciocche di capelli scuri sul pavimento di legno chiaro. Un afrore acido di sudore e birra. Di fronte al divano di stoffa verde, un televisore acceso sull’effetto neve. Sotto un paralume alto a fiori, due figure in controluce sul pavimento. Non sento suoni. Solo lo scatto ritmico di una goccia che scende nell’acquaio in cucina. Assordante nel silenzio. L’uomo che ride è sdraiato addosso a un corpo bianco. Una donna completamente nuda. Le sta sopra da tergo, schiacciandola con il corpo massiccio vestito solo di una giacca di pelle nera. Spinge con il bacino allo stesso ritmo della metro. La testa affondata nel collo della donna. Non riesco a vedergli la faccia ma posso vedere quella di lei. Bianca di gesso. E le mani piantate nel legno con le unghie. Non ci sono suoni. Il corpo bianco è muto come pietra che trema appena. Ma il volto è rigato di schiuma e rimmel. E gli occhi sono rovesciati all’indietro a mostrare la sclera bianca.

Quella donna sta avendo un attacco epilettico. Mio Dio, gli occhi bianchi su quel corpo bianco che affoga nel limbo. Quel corpo bianco che sta espirando la sua anima bianca nel vuoto. Quel corpo bianco che già non trema più e continua a dondolare avanti e indietro sotto il corpo nero di lui senza faccia che continua a spingere rabbiosamente come un grande cane nero su quel corpo bianco che non trema già più e quella goccia che continua a scendere dritta nell’acqua e il piccolo tonfo di follia liquida accompagna le frustate della muta bestia e le spinte alternate a due a due del vagone che corre sventrato nel buio e nella mia testa tutte le frustate e le spinte risuonano all’unisono con lo schiocco assordante di quella goccia maledetta.

La doppia vita del codice binario intesse la trama dei suoni di questa notte.
Questa corsa senza occhi non finirà mai e il giorno non sorgerà più.

Mio Dio, perché mi fai vedere questo? Quale peccato ho fatto per meritarmi questa dannazione? Abbi pietà di me. Chiudi gli occhi della mia mente. Non voglio più vedere il capro senza faccia scuotere la sua testa affondata nel corpo dell’angelo atterrato come muta cenere sul pavimento del vagone.

Dio aiutami, ti prego. Non voglio più vedere i suoi occhi macchiarmi l’anima. Quei piccoli uncini furenti schiacciarmi sul pavimento di questo vagone. Senza fiato schiacciata nel limbo dalla goccia di Belial sotto il corpo del cane nero che spinge la mia anima bianca nel vuoto fuori di me. La sputa come cenere nell’Orbe di Mezzo a sciogliersi nella schiuma del tempo. Dio, ti prego. Salvami. Se
non puoi strapparmi l’occhio di Ra, fammi morire adesso.

Piccola Lara, a lungo hai pregato per vivere la tua tragedia e non quella degli altri. Vedi, per la prima volta il Dono ti rinchiude dentro il tuo stesso corpo. Non c’è scampo nel vedere prima le cose. Già non gridi più. Già non tremi più e la schiuma bianca ti riempie la bocca. Lui ha deposto le sue uova dentro di te e vivrà per sempre. Nessuno potrà mai aiutarti. Nessuno ti salverà. Sei tu la carnefice di te stessa.

Ma adesso l’onda di colore sta cambiando. La scena si contrae e si raggriccia come pelle bruciata. La luce bianca va spegnendosi e il cane nero sembra sciogliersi nel fumo. Riaffiorano i contorni sbiaditi dei sedili. L’uomo senza faccia si volta a guardare dietro di sé. Il treno si è fermato e le porte si sono aperte sull’oscurità.
________________________________

Stampa il post

lunedì 20 settembre 2010

Grinderman: Grinderman 2 (Mute/ANTI-)

Questa recensione è apparsa su vitaminic.

Te ne accorgi dai loop in reverse che accompagnano l’arpeggio introduttivo, prima dell’ingresso col fucile spianato della linea di basso: il secondo capitolo del progetto Grinderman ha un livello di produzione ben diverso dal primo, e se hai seguito la cosa capisci bene che Lazzaro, nel frattempo, ha fatto la sua parte. Grinderman 2 è, ancora, una versione aggiornata del blues mescolata con quell’attitudine post-punk tutta caveiana, come eravamo abituati dai Birthday Party, per restare in tema.
Tutto il disco si tiene in un amalgama sonoro che ammorbidisce le asperità più ruvide e garage del primo album. La qualità delle distorsioni, il tutto pieno, l’atmosfera bruciacchiata e mefitica e lontanamente psicotica, quel rullante aperto e profondissimo, i dettagli degli arrangiamenti, la compressione del basso, gli archi nella bellissima When My Baby Comes, il pitch-shifting di Bellringer Blues, i cori immancabili e splendidi, la stessa voce di Nick Cave che sembra – e dico “sembra” – tornare agli antichi fasti baritonali: Grinderman 2 è un disco prodotto con perizia eccellente, è un disco rock che ti dice come dovrebbe suonare un disco rock nel 2010.
Poi, e solo in un secondo momento, è anche un album di Nick Cave e di alcuni dei suoi Bad Seeds, che si divertono come pazzi in quello che sanno fare meglio, mettendo da parte qualsiasi dimensione ulteriore della musica (dimensioni che Nick Cave ha frequentato fino a The Boatman’s Call, tanto per capirci), chiudendosi in studio con una pila di dischi impolverati e un po’ di whiskey fin troppo buono. E, certo, mandando tutti affanculo.

Ora: se siete arrivati fin qui sapete esattamente cosa cercare, e d’altronde non sarò io a scrivere banalità del tipo “[è come un] pugno allo stomaco”, “[certi passaggi fanno] tremare le vene dei polsi”, o altre amenità buone per i fan dell’ultima ora che non conoscono neppure Murder Ballads. Il progetto Grinderman si definisce da sé, e questo secondo episodio – a tratti bellissimo, mai banale, addomesticato ma non per questo meno nervoso, con lo sguardo sempre rivolto a una qualche concezione molto larga del Male Profondo – è esattamente quello che era lecito aspettarsi dopo il primo. Voglio ripeterlo: è un album Potente, Viscerale, Suonato Bene/Registrato Meglio/Mixato Da Paura/Masterizzato Coi Controcazzi. Però ho questa sgradevole sensazione di starmene qui a cliccare su un misero tasto Mi Piace, e lo sa solo il diavolo quanto Nick Cave meriterebbe altre argomentazioni.
______________________________
Stampa il post

venerdì 17 settembre 2010

"e tu non mi rompi più i coglioni"

A tutti gli invitati a Venerdi 17 Settembre: SPECIAL ANIMATION GIRL!

16 settembre alle ore 18.37

:::::::::::::::::::::::::::: VENERDI 17 SETTEMBRE 2010 ::::::::::::::::::::::::::::
::::::::::::::::::::::::::::::::::: SUD EST DISCO PUB :::::::::::::::::::::::::::::::::::

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
★ ☼ ❤ ♬ ♪ ♡ ♩ ♭ ♪ __SPECIAL ANIMATION GIRL__ ♪ ♭ ♩ ♡ ♪ ♬ ❤ ☼ ★
▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬

________________________________________________________
■ VENERDI 17 SETTEMBRE, IL SUD EST DISCO PUB VI DA LA RICETTA
PER UNA NUOVA FANTASTICA SERATA, ECCO GLI INGREDIENTI:


-► LA SORPRESA N°1: Speciale "Live Animation Girl" ;))
-► I COCKTAILS a soli 4 €: GinTonic, GinLemon, Rum&Coca, PinhaColada, RedBull&Vodka, etc. etc. etc. ......
-► LA PRASSIi: >>>> INGRESSO RIGOROSAMENTE GRATUITO <<<< -► La PRECISAZIONE: il locale è al chiuso quindi eventuale pioggia, vento, neve, nebbia o grandine nn ci fermeranno!!! -► I Djs: Elio Petti & Francesco Rossi direttamente dai locali della costa molisana ♪ ♫ -► La musica: di tutto e di più!! Dalla disco '70 e '80 passando per i ritmi folli degli anni '90 fino ad arrivare alla commerciale e in fine all'house!!! ♩ ♭ ♪ -► LA SORPRESA N°2: ....????...tanti tanti gadgets luminosi e ho già detto troppo!! ;)) ═════════════════════════════════════════════ ◙ TUTTO QUESTO SOLO E SOLTANTO PER VOI, QUINDI NON POTETE MANCARE PER NESSUN MOTIVO.....IL DIVERTIMENTO E' ASSICURATO!!! ☞ VI ASPETTIAMO VENERDI 17 SETTEMBRE AL SUD EST DISCO PUB!!

Giampiero Cordisco 17 settembre alle ore 9.44
Mi hai rotto i coglioni.

Elio Petti 17 settembre alle ore 12.41
Anche tu. Cancellati dal gruppo se non vuoi messaggi!

Elio Petti 17 settembre alle ore 12.46
Anzi aspetta: dato che ti ho proprio sulla punta del cazzo e non so neanche per quale motivo ti ho tra gli amici ti ci tolgo così io non ti mando messaggi e tu non mi rompi i coglioni.
________________________
Stampa il post